Tumore alla mammella: le donne in terapia adiuvante con inibitori dell'aromatasi sono più a rischio di osteoporosi


Uno studio, condotto in Italia, ha valutato l’impatto sulle ossa delle terapie con inibitori della aromatasi, farmaci in grado di contrastare le recidive di carcinoma mammario.
Le donne che assumono questi farmaci sono maggiormente a rischio di osteoporosi e fratture vertebrali.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Bone che ha calcolato il rischio di fratture vertebrali, spesso trascurate perché asintomatiche, nelle donne in post-menopausa che assumono gli inibitori delle aromatasi, indicati nei casi di tumore ormono-sensibile.

Oltre 250mila donne ogni anno vengono sottoposte a questa terapia adiuvante, un trattamento farmacologico della durata di 5 o 10 anni.

Lo studio si basa su un concetto nuovo: cercare le fratture vertebrali subdole, spesso asintomatiche, e non quelle cliniche come anca e femore.
Indagando la prevalenza delle fratture asintomatiche è stata riscontrata una incidenza del 35% nelle donne in trattamento adiuvante.

Sono state arruolate 263 donne italiane per scoprire gli effetti della terapia sul loro scheletro. Tutte le pazienti sono state sottoposte all’esame della densinometria assiale a raggi x ( Dexa ) per esaminare la densità minerale ossea.
Inoltre, sono stati raccolti campioni di sangue per misurare i livelli ormonali e il calcio.
Il campione è stato diviso in due gruppi: il primo comprendeva 94 donne trattate con inibitori dell'aromatasi e il secondo 169 non-in-terapia.

La prevalenza di fratture vertebrali è stata del 31.2% nelle pazienti in terapia contro il 18.9% del gruppo non-trattato.

E' emerso che gli effetti collaterali della terapia con gli inibitori delle aromatasi erano gli stessi nelle donne con osteoporosi e in quelle con una normale massa ossea.

Un dato che sottolinea l’importanza della riduzione della qualità oltre che della quantità dell’osso con queste terapie.

Inoltre dallo studio è emerso che se il rischio delle fratture vertebrali ammonta a circa il 40%, nelle donne che hanno avuto un tumore il rischio di osteoporosi secondaria alla terapia si moltiplica.

Secondo alcune ricerche circa il 45% delle pazienti non riceve alcun trattamento di prevenzione delle fratture e il 60% delle donne sane con meno di 50 anni non ha mai effettuato alcun esame per verificare la salute dello scheletro. ( Xagena2017 )

Fonte: Università di Brescia, 2017

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